MANGIARE NON E' SEMPLICE

MANGIARE NON E’ SEMPLICE

MANGIARE NON E' SEMPLICE

Mangiare non è  semplice, è un atto intimo, fisiologico, organico, ma è anche un atto emotivo, con grande valenza psicologica ed infine è un atto sociale.

Spesso inseriamo una sorta di pilota automatico, mangiamo per abitudine, per convenzione, per compensare.
Seguiamo consigli, mode e suggerimenti, ma può capitare che non siamo presenti a noi stessi mentre lo facciamo.
La vita quotidiana ci carica anche di così tante emozioni e di così tanto stress, che investiamo il cibo di valenze psicologiche ed emotive che distorcono il vero obiettivo del nutrirsi.

Cerchiamo, prepariamo e mangiamo il cibo per il nostro sostentamento vitale, per raggiungere la giusta dose di energia e di nutrienti che ci permettano di affrontare la vita, di farci sentire bene e di vivere in uno stato di benessere.

Ma al cibo leghiamo inconsapevolmente dipendenze, illusioni, preoccupazioni, insoddisfazioni e non accettazione di sè

Possiamo farci tante domande legate al nostro modo di nutrirci.

Come mangio? Cosa mangio? Come mi sento quando mangio?
Sappiamo quanto il cibo influenza la nostra salute e il nostro umore? O viaggiamo a vista, con una sorta di dispositivo già programmato, inserito senza renderci conto di nulla?
Sappiamo gustare quello che mangiamo, percepiamo la complessità del cibo con tutti i cinque sensi?

Nutrirsi è un’esperienza globale, riguarda tutta la nostra persona.

Coinvolge l’aspetto fisico e materiale del sostentamento, ma anche quello psicologico e delle emozioni, degli stati d’animo. Influenza il nostro comportamento e la nostra personalità.
Riguarda l’ambito sociale, che comprende l’ambiente e la cultura in cui viviamo, la nostra famiglia e i fattori socioeconomici.

Mangiare non è semplice, perchè ci sono diversi tipi di fame.

Interrogarsi su come ci si nutre e di cosa ci si nutre, in un processo di consapevolezza, ci fa rendere conto che la fame non è una sola, ma che sentiamo davvero tanti tipi di fame diversi.

La fame vera, quella data dall’avere consumato tutto il nostro fabbisogno energetico introdotto con il cibo, è nella nostra situazione sociale, quasi impossibile da vivere. Poche persone sentono i veri crampi della fame. E non è facile riconoscerla perché tutti, diventando adulti, perdiamo la capacità di ascoltarci interiormente, di essere sintonizzati con il nostro corpo e di capire quale sono le giuste quantità di calorie e di nutrienti necessari per stare bene.

C’è anche una fame che definisco di tipo nutrizionale.
Se non abbiamo mangiato in modo equilibrato e vario, se non abbiamo assunto davvero tutto ciò di quello che abbiamo bisogno, è possibile che siamo presi da una specie di fame nervosa, che ci porta a cercare i sapori più disparati, che ci fa sentire insoddisfatti. Magari mangio una cosa eccessivamente dolce, dopo mando giù una fetta di salame, ma non sto ancora bene e allora cerco un succo, poi un biscotto, facendo la spola davanti al frigorifero e in cucina.

Questo tipo di comportamento può essere il segnale che non abbiamo soddisfatto il bisogno di nutrienti necessari e istintivamente il corpo ci indica delle soluzioni, facendoci nascere voglie improvvise e difficili da soddisfare. 

Esiste poi la fame emotiva, data da un insieme di voci interiori e di emozioni che influenzano il nostro modo di mangiare.
Mangiamo per dovere, ci hanno abituato che non si lascia niente nel piatto, mangiamo perché siamo arrabbiati, per soffocare l’ansia e la preoccupazione, perché siamo annoiati.
Sentiamo vuoti da riempire e li soffochiamo di cibo.


Oppure sono i nostri sensi che possono sviarci un po’. Gustiamo stimolati dagli occhi più di quanto ne abbiamo necessità. Avete presente quando siete sazi dopo una cena, ma arriva una torta spettacolare e solo guardarla vi fa venire voglia, anche se la pancia è piena?
Oppure quell’irresistibile profumo di panetteria o di caffè che vi fa accendere una lampadina?
Avete mai fatto caso quanto il suono c’entra con la voglia di mangiare? Avete presente lo sfrigolio di un soffritto?


Infine una cosa da non sottovalutare è il fatto di confondere la sensazione di fame dalla sete. Dobbiamo bere almeno 1,5\2 al giorno, perché  è proprio quello che consumiamo eliminandola con i processi fisiologici. Ma spesso non siamo abituati a bere, ignoriamo questo stimolo e il nostro corpo lo fa sentire come se fosse fame

Proviamo a chiederci quanta consapevolezza esiste nel nostro rapporto con il cibo.

Il segreto principale per mangiare bene è la consapevolezza:  sapersi ascoltare e sviluppare quell’orecchio interiore che permette di capire di cosa si ha bisogno e cosa ci serve.
Per sviluppare questo orecchio, così ben sintonizzato con noi, ci vuole un po’ di tempo e un po’ di pazienza.

Bisogna volerlo, bisogna sentire propria e unica l’esigenza di mangiare bene per stare bene. Non deve essere imposta dall’esterno. Bisogna scegliere di mangiare bene e agire consapevolmente per farlo.

Penso che mangiare sia un atto complesso, non è solo introdurre qualcosa nel nostro organismo, nemmeno quando lo si fa con estrema attenzione ai nutrienti.

E’ un atto spirituale e per questo è importante scegliere sempre come alimentarsi, anche quando si decide di sgarrare. In modo che sia sempre uno spunto, un’occasione di riflessione e di evoluzione, perché nutrirsi è più che ingurgitare e riempirsi. E’ un processo. 

Essere consapevoli significa avere una conoscenza di qualcosa, che va al di là dell’essere semplicemente informati, del sapere qualcosa.
La conoscenza diventa, con il nostro essere. Diventare consapevoli significa accettare di entrare in un processo di costruzione, di scoperta e di ricerca. E fondamentalmente ci fa cambiare il nostro rapporto con il mondo.
Ad esempio essere consapevoli di un pericolo, non ci blocca e non ci fa fuggire, ma ci rende attenti e cauti, capaci di osservare la situazione e trovare le strategie migliori.

Essere consapevoli delle proprie capacità  ci da una direzione e ci appassiona, ci fa sentire abili e competenti.
Chi è consapevole non subisce, non è passivo, ma può affrontare e rielaborare.

La consapevolezza è l’ingrediente più importante per trasformarci ed evolvere.

Proprio perché mangiare non è semplice, organizzo incontri teorici e pratici in cui vi aiuto in questo processo. Se preferisci un percorso individuale, pensato su misura per te, contattami per scoprire la mia proposta per te.


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