Cosa significa mangiare bene?
E’ difficile trovare una risposta, soprattutto se si guarda il mondo fuori da noi.
In realtà è un responso molto personale, che prende significati diversi a seconda della propria individualità, della propria vita, delle proprie tradizioni, della propria cultura.
Non esiste una risposta unica e precisa, valida per tutti.
Infatti non esiste un manuale perfetto.
Esiste un vasto territorio, delimitato da alcuni confini.
L’interno di questo spazio può essere colorato, apparecchiato, creato e identificato in maniera completamente unica e eccezionale per ciascuno.
I confini sono dati da una serie di informazioni di base, legati alla conoscenza di alcune teorie e parametri, ma anche al buon senso, alle proprie abitudini e alla propria esperienza.
Un piccolo sondaggio per scoprire cosa significa mangiare bene.
Ho chiesto ad amici, conoscenti e persone sconosciute di spiegarmi cosa intendono per mangiare sano.
Li ho invitati a rispondermi di getto, senza preoccuparsi di dare una risposta giusta o sbagliata, raccontandomi il loro sentire.
Ho ricevuto circa 120 risposte.
Ecco un riassunto dei dati raccolti, una piccola mappa che ci racconta cosa significa mangiare bene.
Non so fare indagini statistiche, semplicemente vi riporto le mie impressioni nel riordinare le risposte ricevute.
L’importanza degli ingredienti influenza il nostro modo di mangiare.
Per molti l’attenzione è tutta riferita agli ingredienti.
Devono essere di qualità, genuini, molti preferiscono il biologico.
Ma ancora meglio se sono di stagione e a km 0, così da non provenire da climi e da luoghi lontani da dove abitiamo.
Devono esserci tanta verdure e frutta, meglio scegliere o preferire un’alimentazione a base vegetale, cibi integrali e naturali.
Meglio evitare o limitare carne, soprattutto rossa, latticini, sale, grassi.
Sulle tavole non devono esserci prodotti industriali, raffinati, pieni di sostanze come additivi, coloranti, conservanti.
Meglio evitare i prodotti confezionati, i cibi già pronti e preparati.
Mettiamo dei paletti per mangiare bene.
Per alcuni mangiare sano significa avere delle limitazioni, dei paletti, che nella gioia e nel dolore, ti permettono di mangiare bene.
Ad esempio seguire una dieta, evitare condimenti o limitarsi a mangiare verdure, diminuire i carboidrati.
Ma anche seguire regole riferite alla divisione dei pasti principali, agli orari dei pranzi, alla combinazione degli ingredienti.
Alcune di queste valutazioni fanno riferimento ad una serie di regole e informazioni ricavati da approfondimenti e ricerca, per altri da quanto si è sentito dire o sulla base della propria esperienza personale.
La parola chiave per mangiare sano è equilibrio
Per lo più mangiare sano significa preparare pasti che siano semplici, digeribili, ma anche veloci e comodi da assemblare.
Porre attenzione agli stili di cottura è fondamentale. si sceglie di mangiare ciò che è cucinato al vapore, di prepararsi a casa il più possibile, molti preferiscono il crudo.
Sicuramente per tanti è meglio evitare fritti, soffritti, sale e condimenti.
C’è chi pone attenzione alla combinazione degli ingredienti.
L’obiettivo ricercato e condiviso è quello di trovare equilibrio, che a volte si contestualizza in un bilanciamento del pasto o nel trovare gusto e sapore.
Prendersi cura di sé anche mangiando.
Mangiare sano è per molti adottare un tipo di alimentazione che si prenda cura della persona.
Molto legata alla sensazione dello stare bene, dell’evitare o anche dell’affrontare i malanni.
Diventa un’alimentazione che cura, che migliora la salute e evita problemi, più o meno gravi.
Permette di rimanere controllati, di avere buoni esami del sangue, ma è anche un modo di cibarsi che evita pesantezza, problemi di digestione e di reflusso.
Ma oltre che curare, mangiare bene permette di prevenire, di mantenere la propria salute, di non fare ammalare, grazie alle proprietà benefiche del cibo.
Una buona alimentazione è legata alle parole equilibrio, armonia e bilanciamento.
L’alimentazione deve essere bilanciata nella conta delle calorie, che non devono essere in eccesso.
Ma soprattutto è per molti bilanciata nella presenza dei macronutrienti nel piatto.
Il pasto deve riuscire a dare tutto ciò di cui si ha bisogno, in termini di carboidrati, vitamine, proteine, grassi.
Ma bilanciato può vuol dire non eccessivo, non troppo e nemmeno troppo poco, ma può significare anche non monotematico, non ripetitivo.
La varietà è considerata una qualità importante.
Alla ricerca del proprio benessere globale.
Mangiare bene evidenzia in alcune situazioni il sentirsi bene, l’ascoltare le proprie esigenze, il cucinare con rispetto e con amore.
Anche in questo caso l’obiettivo è quello della ricerca dell’equilibrio. In parte descritto come equilibrio fisico, del proprio corpo ed espresso in termini di leggerezza e di energia.
Altri approfondiscono questo concetto e abbinano all’equilibrio fisico, anche quello mentale e spirituale.
E’ importante attivare una sorta di ascolto interiore, per individuare i bisogni e le necessità che caratterizzano ognuno.
Si capisce di aver bisogni di cura, di tempo, di fantasia.
Alcune persone scoprono di non essere sempre consapevoli quando si nutrono, di scegliere a caso, mossi da stanchezza, fretta e stress.
Si sentono diversi tipi di fame, raramente si sente la fame fisica.
Molti si sentono agiti dal cibo e non sanno come poter diventare attori della propria alimentazione.
Alcune persone sentono la necessità di avere informazioni, di voler conoscere il cibo.
Questa ricerca di informazioni considera sia gli effetti che il cibo può produrre, sia lo scoprire la sua storia: come è stato prodotto, che processi ha subito, come è stato trasformato.
Svariate persone hanno un forte desiderio di controllare questi parametri esterni per essere sicuri di garantire qualità, genuinità e salubrità.
Un atto di consapevolezza
Infine mangiare sano porta molte persone a riflettere che richiede tempo, conoscenza, programmazione e pensiero.
L’atto più primitivo, quello che ci accompagna dalla gestazione per tutta la vita, quello legato alla risposta istintiva e di sopravvivenza diventa o vorrebbe diventare un atto pensato, consapevole, conosciuto.
Sembra che una domanda di sottofondo, più o meno latente per alcune persone, sia: “Come sto mangiando?”
In un primo livello di analisi alcune persone non ne hanno alcuna coscienza, si lamentano del mangiare troppo velocemente o di essere in balia di voglie e appetiti.
Qualcuno dice di non dare alcuna valenza al cibo, negando la sua importanza. In qualche modo sono distratti e poco presenti.
In un secondo livello ci si chiede “Dove sono io mentre mangio?”, ci si domanda perché si è distratti, quali emozioni si provano o si tenta di nascondere
Se si osservano queste emozioni, se si osserva la distrazione e lo stato d’animo di quel momento e se semplicemente lo si guarda, senza giudizio, senza attribuzioni di sistemi valoriali, allora si diventa più consapevoli e il risultato è l’accettazione di sé.
Essere consapevoli significa avere una conoscenza profonda di qualcosa, che va al di là dell’essere semplicemente informati, del sapere qualcosa. Il sapere è interiore, perfettamente in armonia con la propria identità, con il proprio essere.
Diventare consapevoli significa accettare di entrare in un processo di costruzione, di scoperta e di ricerca. E fondamentalmente cambia il nostro rapporto con il cibo.
Cosa puoi fare per mangiare bene.
Se non sai cosa fare per mangiare bene, se vorresti migliorare la tua alimentazione e avere una mano per capire come organizzarti, scoprire tecniche, stili di cottura e consigli, se vuoi conoscere i diversi alimenti, armonizzarti con le stagioni e trovare il tuo equilibrio allora puoi contattarmi. Ho pensato ad un progetto di educazione alimentare, pensato su misura di te: si adatta alle tue esigenze, al tuo stile di vita, alla tua personalità.
Lo scopo è aiutarti a ritrovare l’equilibrio e migliorare il tuo stile alimentare in base alle tue caratteristiche personali, al fine di sentirsi bene con se stessi e di trovare il proprio benessere.
Contattami per avere più informazioni!
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