Probabilmente sarò un po’ off topic, ma fa niente.
Viviamo un presente inimmaginabile, ci siamo trovati chiusi in casa, la vita stravolta.
Con problemi grandi e difficili che ci bussano la porta.
E una sola certezza, il domani sarà diverso.
Sarà un mondo nuovo, con regole da dettare, per organizzarsi in altro modo.
Ho letto tante volte in questi giorni che domani saremo tutti migliori, saremo tutti più evoluti, più cresciuti, diversi.
Avremo tutti una nuova vita, preferibile.
Poi però mi capita di confrontarmi con singole persone e mi rendo conto di una cosa.
Nessuno cambia, se semplicemente attraversa un periodo.
Non è essere presente ad un evento, che muove la possibilità di essere diversi, che attiva il motore del cambiamento.
No a pensarci bene non sono off topic, alla fine quando parlo con le persone che mi chiedono un aiuto per capire come migliorare la loro alimentazione ragiono con loro proprio su questo punto, prima di iniziare qualsiasi percorso.
Perché insieme possiamo trovare strategie, scoprire metodi, fissare obiettivi e definire tutti gli step per raggiungerli.
Posso seguirvi, starvi vicini, mandarvi anche un messaggio al giorno, per definire la strada e sostenervi per guardare oltre.
Ma se una persona non sceglie, se non vuole, se non decide, allora non serve a nulla.
Non basta attraversare un periodo epocale per coglierne il valore profondo.
E’ necessario fare la fatica della scelta.
Sembra paradossale, ma non scegliere, anche ci ripetiamo ogni giorno che la vita che abbiamo non ci piace, che vogliamo essere in un altro modo, che vorremmo cambiare i nostri ritmi, il rapporto con il cibo, alla fine è più comodo.
Conosciamo inconsciamente bene i nostri lati di ombra, quelli che ci abbruttiscono, quelli che sembrano sassi pesanti che teniamo nelle tasche e ci affondano.
Li conosciamo così bene, che alla fine è più facile accoccolarsi fra le pieghe di queste nostre parti, che muoversi per creare cambiamento.
Scegliere è faticoso.
Forse perché si ha paura di quello che si desidera, si ha paura delle emozioni che teniamo zitte, forse perché non prestiamo molta attenzione alle emozioni che ci attivano, semplicemente le abitiamo, ma non le comprendiamo e non le conosciamo.
Insomma le motivazioni che dovrebbero essere la base del nostro desiderio di trasformarci affondano le radici in emozioni che non riconosciamo, che sono confuse, non dichiarate.
Ripetere sempre gli stessi atteggiamenti è più confortante e più rassicurante.
Impegnarsi e pensare come realizzare un cambiamento sembra complicato e difficile.
Ma tutto questo non è fatto consapevolmente.
A voce alta diciamo che vogliamo essere altri, che ora la nostra vita non sarà come prima, che abbiamo capito che vogliamo andare lontano, che vogliamo prendere il meglio di quello che stiamo passando.
Ma nulla dentro di noi è fonte di innesco per accendere il motore.
Scegliere è faticoso, ma è anche meraviglioso.
Sicuramente porta a galla parti di noi che non conosciamo e ci pone di fronte a domande,.
Smettere di procrastinare, lasciare la passività, per attivarci, interrompere gli automatismi è estenuante, ma così illuminante e rinvigorente.
Una fatica che rigenera, crea forze, emana luce.
E allora no, semplicemente attraversare questo periodo epocale, struggente e incomprensibile non è sufficiente per cambiare, per essere diversi, per migliorare sè stessi.
Perché per farlo abbiamo bisogno di noi, della nostra presenza, della nostra consapevolezza e di una profonda, impavida, fanciullesca volontà.
E una volta scelto, puoi non essere solo e trovare persone che con te condividono la strada.
Io ad esempio se vuoi cambiare alimentazione ci sono!
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