la cucina del buon umore

La cucina del buon umore esiste? E se si, che cos’è esattamente?

Penso che sia intuitivo per tutti capire il legame che esiste tra il cibo e i nostri stati d’animo.
Capita che stress, malinconia, paura ci fanno arrivare davanti al frigorifero o allo sportello della dispensa, per pescare a caso e fare tacere qualcosa che borbotta in noi.
Se non stiamo bene ricorriamo a cibi che sembra possano sollevarci un po’
Quando siamo agitati cerchiamo sapori dolci che ci calmino e ci tranquillizzano.
Se siamo annoiati mangiamo tanto per fare qualcosa.
Mentre siamo arrabbiati o sotto stress ci prendiamo un bicchiere di vino o un aperitivo per sentirci più leggeri.
Il cibo ha un potere forte per noi, ma spesso non ne siamo coscienti e subiamo le decisioni istintive, magari esagerando, mangiando troppo e male.

Proviamo a pensare a noi.

Ma possiamo fermarci un attimo e cercare di percepire cosa sta succedendo, per diventare capaci di gestire questo potere e trarne vantaggio per il nostro benessere.
Possiamo cercare di comprendere come funziona il cibo, quando vogliamo far ritornare il sorriso.

Chimicamente parlando.

Se osserviamo il cibo da un punto di vista chimico la scienza ha dimostrato che alcuni ingredienti sono capaci di influenzare il nostro sistema nervoso, arricchendoci di una serie di sostanze che sono in grado di equilibrare e favorire il benessere della nostra mente.
Cibi ricchi di triptofano stimolano la serotonina, l’ormone della felicità, , mentre quelli che hanno la tirosina migliorano la produzione di dopamina, che regala una bella sensazione di piacere e di gratificazione.
Ma anche i cibi ricchi di omega 3 e magnesio hanno un ruolo importante per il nostro buon umore, ci aiutano a rilassarci e ad essere contenti.
Queste sostanze si trovano nei cereali integrali, nei legumi, nelle verdure e nella frutta, nei semi  e nella frutta secca, ma anche nel pesce azzurro e nei crostacei.
Immagino che detta così con questi nomi così tecnici non vi ho aiutato molto a capire.
Eppure sappiamo tutti come è piacevole mangiare un pezzetto di cioccolata fondente, soprattutto quando siamo un po’ stressati. O come un bicchiere di vino ci aiuta a rilassare i nervi o come i dolci, ma anche pasta, pizza e focaccia ci mettano in pace con il mondo.

Energicamente, pensando.

Ma andiamo oltre alla chimica, parliamo del cibo da un punto di vista più percepibile da noi.
Tutti abbiamo i nostri comfort food, ovvero quei cibi che solo ad immaginarli ci fanno stare bene, che ci confortano e ci fanno sentire meglio.
Spesso questi cibi non sono solo fatti di sostanze, ma ci riportano a momenti felici, a persone importanti.
Pensiamo alla lasagna della nonna, alla torta della mamma, alla camomilla che ci preparavano quando avevamo fatto un brutto sogno.
Ma anche alla pizza con gli amici in allegria, alla tazza fumante di zuppa dopo una giornata gelida.
Tutti quegli alimenti, che siano dolci o salati, sanno alleviare, rincuorare, coccolare e riescono a soddisfare un bisogno sia fisico che emotivo.

I cinque sapori e la loro azione.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese i cibi possono essere classificati secondo cinque sapori, i quali influenzano il nostro equilibrio energetico, la nostra salute e il nostro benessere emotivo.
Il dolce è il sapore del nutrimento, quello del latte materno, quello dei cereali integrali, base di ogni alimentazione.
Dà conforto. Quando ci sembra che le circostanze e  il presente non siano nutrienti, cerchiamo qualcosa per saziare questa fame.
Ma attenzione mangiare troppo dolce, sia per quantità che qualità, significa rallentare la nostra digestione. Fisicamente sentiamo pesantezza e sonno, ma a livello psichico rischiamo di affossarci in una posizione, di appesantirci e di impedire il nostro libero movimento, incapaci di prendere decisioni, bloccati nella nostra posizione. Ma d’altro canto il dolce corrobora, porta al centro e quindi può essere utile per concentrarsi e raccogliersi.
Il salato consolida, ci rafforza e ci rende resistenti e stabili. In Medicina Cinese è legato al sistema funzionale dei Reni, che sono i custodi delle nostre energie e della nostra forza vitale. Il sapore salato ci riporta alle nostre origini, alla nostra identità e ci spinge poi verso quello che vogliamo essere. Ma se in eccesso (ed è così facile esagerare con il sale) ci indurisce, ci blocca e ci irrigidisce. I pensieri non sanno fluire.
Il salato però è anche capace di ammorbidire, di sciogliere le masse. (Pensate a quando lo mettiamo sul ghiaccio per eliminarlo).
Può aiutarci ad essere morbidi, adattabili, capaci di cogliere possibilità e opportunità. Diventa quindi necessario trovare la giusta misura.
Il piccante muove, disperde, mette in circolo. Spezie e erbe aromatiche dinamizzano i nostri piatti, danno forza, vigore. Migliorano la digeribilità, rendono tutto leggero.
Questo sapore aiuta a stimolarci e a portare fuori quello che sta dentro. Se esageriamo sicuramente ci accaloriamo, piangiamo. Non ci fa sentire stabili,  forse troppo euforici. Ma se lo utilizziamo nella corretta quantità ci aiuta a mettere il naso fuori dalla porta, a curiosare, ad aprirci verso l’esterno. Ci mette in movimento e ci aiuta ad essere dinamici.
L’amaro è il sapore dei veleni, quello primordiale che ci pone in stato dall’erta. Il corpo quando lo percepisce attiva tutti i meccanismi per liberarsene e incomincia così a disintossicarsi. Ci si libera di quello che è troppo e ci fa male. Eliminiamo tossine nocive. Nella giusta misura può aiutarci a portare via pensieri stressanti, che ci fanno arrabbiare, che rodono il nostro fegato e ci avvelenano.
L’acido dirige e trattiene i liquidi nel corpo.
Avete presente quando beviamo acqua e limone in caso di dissenteria?
E’ utile se sudiamo troppo, perché ci aiuta a trattenere sostanze preziose. E da un punto di vista più interiore, se ci capita di non avere i piedi per terra, di lasciarci andare a fantasticherie, senza essere ancorati alla realtà, può contribuire a non disperderci, a ritrovare il nostro baricentro ed equilibrio.

Preparare il cibo

Il cibo non è solo quello che finisce in bocca. Il suo mondo è fatto anche di gesti, abitudini, tradizioni.
L’atto stesso di preparare il cibo può contribuire al nostro benessere.
Ci prendiamo cura di noi dedicandoci tempo nella preparazione.
Tagliamo le verdure con cura e attenzione, ci concentriamo sulle azioni e lasciamo andare i pensieri martellanti, che ci riempiono la testa.
I gesti ripetuti e lenti di quando stendiamo la pasta o misceliamo ingredienti ci rassicurano, ci danno ritmo e cadenza, riposano il respiro e il battito del cuore.
E inoltre ci aiutano a costruire significati.
Per questo vogliamo fare la torta più bella per festeggiare il compleanno di chi amiamo o la nonna cucina il solito menù ad ogni Natale.
Per questo tante persone amano impastare il pane, un cibo che è la base di ogni cultura, che sa di buono e rassicura. E’ simbolo di tradizione, di unione e di legame.

La cucina del buon umore è saggezza.

La cucina del buon umore è la cucina della saggezza, quella che scegli pensando al tuo equilibrio e al tuo benessere.
E’ la cucina che si prende cura di te, che ti aiuta a trovare la forza e il sorriso.
Non è quella delle abbuffate, degli eccessi e delle troppe trasgressioni.
E’ la cucina che ti accudisce, come una carezza lieve sul viso.
Ho pensato di organizzare un corso di panificazione naturale online.
Una parte essenziale della cucina del buon umore.
Ti darò appuntamento in un’aula virtuale per spiegarti come far crescere e come custodire la pasta madre, il lievito primordiale che genera pani fragranti, profumati e salutari.
Presto pubblicherò tutte le informazioni sul sito e manderò le indicazioni con la prossima newsletter, dove per altro ti spiegherò come creare il tuo lievito naturale.
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