In questa stagione, che di giorno sa di estate e che di sera sa di foglie di bosco e di aria umida, c’è un cereale che preferisco fra tutti.

Piccolo, colore dell’oro, buono. E da molti trattato malissimo perché considerato il cibo dei canarini.

Sto proprio parlando del miglio.

Credo che ciò che lo caratterizza, la sua energia sia in perfetta assonanza con la quinta stagione e con il suo dinamismo.

Il miglio è un cereale antico, che un tempo era così diffuso tanto da essere la base dell’alimentazione dei Romani, ma in realtà era  già conosciuto dagli antichi Egizi.

Lo si usava per fare una specie di polenta che accompagnava i pasti.

Poi è arrivato il mais, che insieme ad altri cereali più fruttuosi lo ha sostituito. E noi abbiamo iniziato a darlo ai canarini.

Il miglio mi piace per tanti motivi:

  • è senza glutine e ogni tanto lo utilizzo per alleggerire il mio carico di questa proteina, perché la varietà in alimentazione è sempre una scelta saggia e quindi cerco di cambiare anche i tipi di cereali, facendo diventare il frumento uno dei tanti e non l’esclusiva,
  • è veloce da cucinare, non richiede l’ammollo e in massimo 30 minuti posso preparare piatti buoni e gustosi,
  • oltre ad essere facile da preparare è molto nutriente, con un bel corredo di sali minerali e di vitamine,
  • è un toccasana per i nostri capelli e per le nostra ossa, perché ricco di silicio e quindi è perfetto per superare il cambio di stagione, quando si tende a perdere un po’ di criniera,
  • lo posso usare per tantissime proposte, cucinandolo come si cucinano i classici risotti, trasformandolo in tortini e polpette, utilizzandolo per fare gli gnocchi, preparando minestre o per farcire delle verdure e qualche volta l’ho messo persino nei dolci.

Secondo la medicina cinese i cereali sono gli ingredienti giusti per sostenere il nostro sistema composto dalla coppia Stomaco e Milza, perché facili da digerire, regalandoci energia in maniera lenta e duratura.

Ma la forma di cereali che la maggior parte usa per la propria alimentazione quotidiana non è tra le più consigliabili.

Siamo una società di mangiatori di farine raffinate e di prodotti ad alto indice glicemico.

Tutto questo non può che danneggiare la nostra salute.

Questo tipo di prodotti sono davvero un attacco per la nostra digestione, per il nostro sistema centrale, che ha il compito di trasformare gli alimenti e produrre l’energia per affrontare le giornate.

Secondo la Medicina Cinese creano umidità e stasi.

Quando cerco di spiegare questo pensiero ai miei corsi cerco di far ricordare come si produceva da bambini una specie di colla casalinga: mescolavamo semplicemente farina bianca e acqua e poi usavamo la pastella per appiccicare cose.

Ed effettivamente le cose stavano appiccicate.

Ecco pensate a questo effetto colla mentre ingeriamo prodotti a base di farine raffinate.

Indeboliamo la milza, la sua capacità trasformatrice, e iniziamo quello strano balletto con la quantità di zuccheri nel sangue che si misura con la glicemia.

A lungo andare un organismo che balla a suon di picchi glicemici si indebolisce.

Ed ecco che allora, con il sorriso sulle labbra e una bella ricetta golosa, vi propongo il miglio.

Perché il miglio sta bene un po’ con tutto e in tutte le forme (potete accompagnarlo con verdure, legumi, formaggi, pesce, carni e uova). Perché è ben digeribile e fa bene alla vostra pancia.

Basta gonfiori, sensazione di peso nella pancia, fatica ad andare in bagno, bruciore di stomaco.

Grazie alla sua ricchezza è un buon mineralizzante, sostiene i nostri reni, migliora la salute dei nostri capelli, delle ossa e delle unghie.

La medicina cinese lo classifica addirittura con una triade di sapori:

è dolce e ci nutre,

è salato, ma quel salato giusto e non eccessivo che ha azione emolliente e che aiuta a dirigere verso il profondo,

è piccante o meglio aromatico e ha la capacità di dinamizzare e muovere.

Tutto ciò rende il miglio adatto per stimolare il giusto appetito ed essendo leggermente diuretico, combatte la ritenzione idrica.

E’ il cereale della bellezza, ma evitiamo di prenderlo in compresse, perché vi garantisco che nel piatto ci regala pietanze buonissime.

I miei consigli per usarlo:

  •  lavalo bene in un colino a trama fitta così da eliminare la polvere, ma soprattutto quella sostanza naturale che serve alle piante per apparire disgustosa agli uccellini rendendole leggermente amare,
  • se il chicco può durare “millemila” anni, la sua farina è delicata e irrancidisce in fretta. Infatti consiglio sempre di macinarsela al momento anche utilizzando un buon robot casalingo
  • cucinalo per assorbimento, dopo averlo lavato, in una pentola con il doppio di acqua, porta a bollore, aggiungi sale e metti un coperchio, abbassando la fiamma al minimo. Quando l’acqua sarà assorbita completamente, in circa 30 minuti, il miglio è cotto
  • puoi conservarlo cotto in frigorifero in un contenitore di vetro fino a 5 giorni

Vi voglio proporre una ricetta di polpette, perché secondo me le polpette salveranno il mondo o semplicemente lo renderanno più semplice.

ricetta con il miglio

POLPETTINE MIGLIO E CAROTE

  • 150 g di miglio decorticato
  • acqua
  • 1 manciata di prezzemolo
  • 30 g di mandorle
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 pizzico di sale marino integrale
  • 1 pizzico di paprika affumicata
  • 1 carota grattugiata
  • pane grattato o farina di mais bramata o semi di sesamo
  • olio evo

Lavate e scolate bene il miglio, poi cucinatelo seguendo la ricetta base.
Tritate grossolanamente il prezzemolo, l’aglio le mandorle.
Trasferite il trito in una ciotola, aggiungete la carota grattugiata e la paprika affumicata.
Quando il miglio è cotto, mettetelo nella ciotola e mescolate amalgamando bene il composto, unite del sale se è necessario.
Coprite una teglia con carta da forno e ungetela.
Prima che il composto di miglio si raffreddi, formate le polpette, rotolatele delicatamente nella panatura che avete scelto, poi disponetele sulla placca da forno.
Oliate leggermente le polpette.
Infornate a 170° per 20 minuti girandole a metà cottura. Devono essere belle dorate, un po’ come il sole.